Sabìr Marblu
2021 - tecnica mista - cotone, lino
cm 50x77
 

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d'Alfonso      Perla

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«I Sabìr sono momenti di una tematica chiara e definita, di un atteggiamento culturale, di una condizione esistenziale...»

Vito Boffoli, regista autore

 

«Sabìr costruiti come codici antichi, figure messe insieme come un decalogo arcano, comprensibili solo a chi sappia osservarle con uno sguardo libero...»

Francesco Cecchi, scrittore

 

«Una tecnica mista che realizza con tocchi consapevoli e mai banali, molteplici  effetti di trama e d'ordito, a ripercorrere idealmente le molte storie tracciate sulle rotte di antiche civiltà.»
Claudio Cimino e A. Damiano Adelfio, Alchemia Project Associates, architetti

 

«Lo spazio si dilata e ci attira nell’infinitamente grande o nell’infinitamente piccolo, nell’astrazione o nella corporeità, nel fluire della vita o nella stratificazione della storia.»

Manuela Comito, traduttrice

 

«Aria, Terra, Fuoco e Acqua, i quattro elementi della vita, sono sapientemente presentati nei Sabìr di Luigia e Ada.»
Antonella Farina, biologa ricercatrice

 

«Tele lacerate e ricomposte su garze, leggere eppure robuste abbastanza da poter reggere per un lungo viaggio, sufficientemente forti per tessere un ponte tra storie e culture affacciate sul Mediterraneo. Una trama di segni e di fili che si allacciano a formare un incanto di linee astratte, ogni volta impercettibilmente diverse, labirinti dell’anima e del cuore.»

Penelope Filacchione, curatrice, storica dell'arte

 

«L’opera di Luigia d’Alfonso e Ada Perla crea alchimie potenti per lo sguardo e per la mente, foreste che si congiungono a mari, segni astratti a oggetti concreti.»
Leonardo Jattarelli, giornalista, scrittore

 

«L’uso di ogni specifica cromia è dettato da scelte altamente ponderate ed esaminate: il colore prende a delinearsi seguendo un alfabeto formale assolutamente astratto, astrazione delle forma che però non ne depotenzia il riverbero emotivo, anzi ne rafforza ogni singola suggestione.»

Sebina Montagno, attrice, giornalista freelance

 

«Nei loro lavori, memoria e oblìo appaiono come due entità complementari, come aspetti nei quali perdersi e dai quali risalire.»

Rosanna Ruscio, storica dell’arte

 

«Luigia d’Alfonso e Ada Perla ci invitano alla navigazione, ci suggeriscono, come dichiarano, un viaggio attraverso elementi riconoscibili, simbolici, che convivono con segni e forme astratte, fluide o fermate dal colore, in cui ogni opera, ogni “visione”, è dedicata ad un tema che si ritrova in quel concetto di Mediterraneo così ben espresso da Fernand Braudel: "Un’immensa spugna che si è lentamente imbevuta di ogni conoscenza".»
Roberto Savi, curatore

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